mercoledì 28 ottobre 2015

Le Maschere Di Clara - Lynch (2015)

I veronesi Le Maschere Di Clara pubblicano un nuovo ep che fa seguito al valido L'alveare del 2013, spingendo quell'ardita ma altrettanto suggestiva commistione di musica classica, math rock e noise rock, verso nuovi lidi. La formazione della band è del tutto particolare e comprende Lorenzo Masotto al basso, pianoforte e voce, la sorella Laura Masotto al violino e Bruce Turri alla batteria. La loro musica è magniloquente e si muove accostando universi apparentemente distanti e inconciliabili. Il violino, ora distorto, ora dimesso, duetta con una poderosa sezione ritmica che omaggia apertamente gli anni novanta (Don Caballero, Shellac e Uzeda), mentre non mancano citazioni e riferimenti alla musica classica, insieme ad interessanti spunti dal sapore progressivo. I testi richiamano spesso il mondo della letteratura e della poesia (ne è un esempio L'alveare, le cui tracce sono ognuna un omaggio a un diverso poeta o scrittore italiano), mentre la voce spazia dal reading al cantato. Chissà, forse è proprio questa tendenza ad essere così trasversale, spesso fino all'eccesso e, potremmo dire, così barocco nei suoi intenti, che non ha ancora permesso al sound della band di ottenere una più ampia visibilità, ma questo non significa che la proposta manchi di efficacia.
Con questo ep i nostri abbandonando il cantato per concentrarsi sulla parte strettamente musicale, realizzando quattro traccie strumentali. L'ep anticipa e richiama con il suo titolo l'imminente nuovo album che si intitolerà The Elephant Man (anch'esso strumentale) e che verrà realizzato grazie ad una campagna di crowdfunding. Dunque sembra che, nel omaggiare il film di David Lynch che ha trasposto sul grande schermo la storia di Joseph Merrick, Le Maschere Di Clara vogliano arricchire il loro campionario con nuove suggestioni cinematiche.
Con le prime tre tracce (Freak, Istanbul e Pow Wow) la band punta tutto sulla potenza e si spinge attraverso vorticosi intrecci e ritmiche squadrate dalla grande precisione chirurgica. Una solida batteria e un martellante basso distorto sorreggono i fraseggi impazziti di un violino lancinante, mentre fugaci intermezzi pianistici fanno il loro ingresso per spezzare la tensione e preparare la strada a nuove frenetiche cavalcate.
Solar, il lungo brano conclusivo, è quello che più di tutti contribuisce ad alimentare la curiosità per l'imminente nuovo progetto. Dapprima fanno capolino le suggestive e fragili note di un pianoforte e di seguito si inseriscono il basso e la batteria che, serrando i ranghi, sostengono un violino che, con il suo spasmodico incedere, diventa il vero protagonista della canzone. L'andamento frammentato e spigoloso subisce poi una battuta d'arresto e la sezione ritmica cede il campo a campionamenti elettronici che fanno da tappeto a un crescendo finale pregno dell'intensità drammatica di una struggente colonna sonora.
Dopo un fugace antipasto non resta che attendere la più sostanziosa portata principale, sperando che gli interessanti spunti offerti da questo ep possano trovare una più completa espressione nel più esaustivo formato che solo un full length può offrire.

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