Originari di Filadelfia e
attivi fin dall'inizio degli anni 00, i mewithoutYou si potrebbero collocare all'interno di quel filone di band (Pianos Become The Teeth, The
World Is A Beautiful Place And I Am No Longer Afraid To Die) che
stanno arricchendo la materia Emo/Post-Hardcore con sfumature e
suggestioni provenienti da atri generi, quali l'Indie Rock, l'Alt
Rock e il Post-Rock. Tale filone prosegue idealmente il lavoro
iniziato da altre band tra gli anni novanta e l'inizio del decennio successivo (Dai Cap'n Jazz, agli American Football, fino ai Sunny Day Real Estate e ai meno noti Elliott, provenienti dal Kentucky). Questo processo, che
prende le mosse da coordinate stilistiche ben definite, ha portato la
band ad arricchire la propria proposta con nuove suggestioni e punti
di vista insoliti, tali da fornire loro un vastissimo campionario di
idee e suoni a cui attingere.
Il disco inizia in
sordina con Pale Horse e i
suoi glaciali accordi che sembrano provenire da un disco degli
Explosions In The sky, ma ci pensa la successiva Watermelon
Ascot, una poderosa cavalcata
Alt Rock, a dare una svolta improvvisa alla trama sonora, lasciando
l'ascoltatore spiazzato e privo di riferimenti. Si prosegue con
D-Minor, le cui note
accompagnano una voce che si muove a metà tra il cantato e lo
spoken, tra rabbia e melodia. Anche le successive Mexican
War Steets e Red Cow
mostrano un certo dualismo che
le fa oscillare tra la pacata riflessività e la furia improvvisa del
Post-Hardcore.
Il
breve intermezzo di Dorothy ci
conduce alla seconda parte del disco, nella quale i mewithoutYou ci
mostrano il loro lato “indie” con Blue Hen, Magic Lantern e Birnam
Wood, mentre con Lilac
Queen ci spingono in un
vorticoso crescendo ricco di pathos. Il finale è invece affidato a
Rainbow Signs che,
riprendendo i toni glaciali con i quali il disco è iniziato, ci
offre il suo commiato.
Pale
Horses è dunque un disco ben riuscito, capace di mostrare il lato
più creativo e vitale del Post-Hardcore, quel lato che non demorde e che ha
ancora qualcosa da dire.
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